
Harakiri ferroviario umbro
Come è noto ai più l’Umbria nonostante la sua posizione centrale nello stivale, non gode certo di collegamenti ferroviari veloci e diretti da e per le principali direttrici e città italiane.
Da alcuni anni, a seguito di possibili riassetti e del potenziamento dei Freccia Rossa in Italia, che potrebbe colmare, almeno in parte, questo isolamento quasi storico ormai per la nostra piccola ma dinamica regione (si pensi solo ai numerosi eventi di livello internazionale che qui si svolgono ormai da decenni e alla crescente presenza turistica in Umbria durante buona parte dell’anno), abbiamo sentito parlare di stazioni di questo importante mezzo, che per servire l’Umbria verrebbero previste in Toscana.
Leggi tutto: Harakiri ferroviario umbroQualcosa non ci torna chiaramente, sembra un vero e proprio paradosso che per portare o prendere passeggeri a o da una regione (Umbria), si debba far arrivare un treno in un’altra regione (Toscana). E’ il progetto della cosiddetta MedioEtruria.
Ma siccome non siamo ne allenatori di calcio ne esperti di treni, abbiamo voluto chiedere delucidazioni ad uno che esperto di trasportistica lo è per davvero, Alessio Trecchiodi.
Buon giorno Alessio, ci puoi spiegare come si colloca l’Umbria a livello di rete ferroviaria in generale e nello specifico per quanto riguarda i treni veloci?
Alessio Trecchiodi: “La prima ferrovia ad alta velocità italiana (Direttissima Firenze Roma) fu pensata e progettata in modo da lavorare con la ferrovia storica, in simbiosi, in modo da utilizzare, tra Firenze e Roma, i quattro binari disponibili, dove grazie alla ferrovia più veloce si affrontavano i sorpassi dei treni più blasonati sui meno importanti ed i treni regionali, con le dovute interconnessioni uscivano e rientravano da una linea e l’altra, migliorando la loro velocità di marcia e servendo al meglio i comprensori del Valdarno, di Arezzo, di Chiusi, di Orvieto e di Orte.
Le interconnessioni di Arezzo e di Orte, nel particolare, avevano il compito di “switchare” i treni veloci per le Marche e per l’Umbria, come sta avvenendo oggi. Insomma tutto il sistema ferroviario tra Firenze e Roma avrebbe dovuto funzionare in questo modo.”
Quindi, se ho compreso bene, questo sistema, per l’Umbria, potrebbe essere ancora valido come base per un potenziamento dello stesso con l’alta velocità.
Alessio Trecchiodi: “Mantenere questo tipo di esercizio consentirebbe ai comprensori di avere le loro stazioni di riferimento interconnesse alla Direttissima godendo, con una frequenza razionale di treni Frecciarossa, Intercity giorno/ notte e regionali; e tutto ciò manterrebbe importanti e attivi questi piccoli terminal, che altrimenti con la MedioEtruria, andrebbero in crisi, insieme alle attività commerciali, al turismo, ai collegamenti comodi e veloci con il resto d’Italia.
La pensata negativa di paragonare la Direttissima con l’alta velocità tra Bologna e Milano è assolutamente sbagliata e fuorviante, perché? Perché tra Bologna e Milano, anche la ferrovia storica ha caratteristiche di ferrovia ad alta velocità (infatti ammette velocità fino a 200 km/h), mentre la vecchia Firenze – Roma, chiamata “lenta” è perché in realtà è tale. Insomma i comprensori, che grazie alle loro interconnessioni potevano avere dei collegamenti più veloci, grazie ad alcuni Frecciarossa giornalieri, ora verrebbero massacrati per raggiungere, con un mezzo gommato, questa fantomatica stazione distante da tutti; generalizzando il danno a favore di una distinta ed unica località; ma quando mai!”
Quindi, semplifico per chi ci legge, e anche per me, con la MedioEtruria, gli umbri per prendere un treno ad alta velocità dovranno prendere la macchina, andare in Toscana (si parla di Creti, sarebbe questa in effetti “fantomatica destinazione” vicino a Cortona) e questo, oltre che paradossale appunto, danneggerebbe tutto l’esistente in Umbria in termini di rete, mezzi, servizi ferroviari. Sarebbe clamoroso, per non dire altro. Come mai questa scelta folle!?!
Alessio Trecchiodi: “L’errore originale è quello di accettare la guerra che si è venuta a creare tra comprensori, per vincere l’ubicazione a loro più favorevole, dove realizzare questo mostro, ora viene fuori e tutti si stanno leccando le ferite, che la battaglia campanilistica era difficile vincerla. Ho cercato in tutti i modi di far capire che la battaglia era quella di chiedere un servizio giornaliero di Frecciarossa nelle proprie stazioni contro questa fantomatico terminal, ma l’ingordigia di mangiarsi questo appetitoso boccone, ha fatto perdere il cervello a tutti. Il vero sconfitto è l’Umbria, ossia l’unica Regione italiana non più percorsa da un sistema di Frecciarossa nel proprio territorio al servizio di città turisticamente rilevanti, mentre il Cilento, la Puglia, il Trentino Alto Adige e la Calabria continueranno ad avere i loro Frecciarossa, anche nelle località con basso numero di abitanti.
L’Umbria, sotto la guida di un assessore che si crede di decidere i destini di una Regione, fa ancora peggio: ossia ha scelto una località per la MedioEtruria non servita dalla ferrovia, così che impone ai propri cittadini della Regione di usare solo il sistema su gomma. Questa sua personale visione di rinunciare al sistema ferroviario tout court va contro ad ogni logica, eppure si vanta di avere una squadra di ingegneri suggeritori; alla faccia!!!”
Al di là, anche se sembra determinante, della scelta “visionaria” dell’assessore, come è possibile che non ci sia una vera e propria sollevazione da parte dei cittadini, dei viaggiatori, penso ai pendolari, delle associazioni di categoria del turismo e non solo, dei partiti e delle organizzazioni che hanno interesse che venga servita meglio e di più la regione in termini di trasporto (pubblico e ferroviario, quindi anche più sostenibile)? Perché non se ne parla? Forse perché non lo hanno ancora compreso, cerchi per favore di spiegarlo con un esempio.
Alessio Trecchiodi: “Non si capisce il motivo per cui i residenti di Orvieto, Chiusi, Arezzo, Perugia, Assisi, Foligno Gubbio, Spoleto devono fare chilometri di auto quando alcuni Frecciarossa potrebbero venire nelle proprie città. Quanti Frecciarossa sulle 240 che la Direttissima potrebbe contenere in un giorno, potrebbero essere impiegati per le località umbre e su quelle dell’asse Firenze – Roma? Una decina? Ebbene quanto se ne prevedono che fermino in un giorno alla MedioEtruria? Hanno sempre dichiarato circa 10!
Ebbene che senso ha imporre l’uso indiscriminato dell’auto per insistere su questa penalizzante stazione per tutti?”
Più chiaro di così… Pietro Floris.